Un esercizio che apre gli occhi

Chi sono? È uno dei più grandi misteri della vita. Una domanda posta da innumerevoli ricercatori.

Determinare la risposta a questa domanda può essere scoraggiante. Molti di noi hanno passato una vita a nascondere il nostro vero io agli altri.

Di conseguenza, abbiamo perso il contatto con chi siamo veramente. Rimaniamo con un’immagine distorta di noi stessi, basata su ogni sorta di decisioni inconsce che abbiamo preso su noi stessi e sulla vita, probabilmente prese quando eravamo molto giovani.

Queste decisioni non hanno nulla a che fare con la realtà. Eppure, attraversiamo la vita agendo su queste conclusioni erronee come se fossero verità indiscutibili.

Il lavoro che dobbiamo fare è identificare tutte quelle prime decisioni e false credenze che non ci servono più.

Dobbiamo anche identificare, essendo brutalmente onesti, tutti i nostri meravigliosi attributi, quelli che tendiamo a ignorare o svalutare.

Lascia che ti suggerisca di provare un esercizio che ti apre gli occhi. Invia questa domanda via e-mail a 3-5 persone: Cosa vedi in me che io non vedo in me stesso?

Potresti essere piuttosto sorpreso dalle risposte che ricevi. Se lo facessi, mi piacerebbe sapere cosa è successo. Puoi condividerlo con me.

Si avvicina la fine dell’anno…

È il terzo giorno di dicembre e sono rimasti 28 giorni del 2022.
Dicembre è un mese strano.
È il mese degli eventi natalizi e delle feste “per forze”: festeggiamo perché c’è un numero scritto sul calendario e non perché abbiamo voglia di festeggiare.
È il mese degli stravizi alimentari, che poi rimpiangeremo a gennaio, quando inizieremo la prossima dieta o un nuovo programma di esercizi fisici.
Se invece di aspettare iniziassimo adesso? Se decidessimo di provare adesso un nuovo programma di esercizi e limitassimo gli stravizi ai momenti d’incontro e in quelli tranquilli a casa cercassimo di compensare?


Se ci impegnassimo al massimo in questo mese riusciremmo a portare a compimento alcuni dei progetti che sono ancora indietro? E quelli che non siamo riusciti a raggiungere ci interessavano davvero, sono nostri?2


C’è ancora quasi un mese alla fine dell’anno: cosa puoi fare nei prossimi giorni per creare slancio e chiudere l’anno in bellezza?

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L’importanza della gratitudine

Ieri gli stati uniti era il giorno del Ringraziamento. Da noi è arrivata solo la tradizione più commerciale, quella del Black Friday invece sarebbe importante importare anche la tradizione di prendersi un momento per dire grazie.

Ma è importante ogni giorno trovare un momento per dire grazie, per riempire il nostro cuore di gratitudine e per coltivare la sensazione di abbondanza che la gratitudine porta con sé.

Quando scriviamo la nostra lista delle cose per cui siamo grati, tendiamo a scrivere tutte le cose che siamo felici di avere. Eppure, è importante anche aggiungere le cose che non vorremmo ci fossero.

Le bollette che si stanno accumulando ti stanno spingendo a risvegliare il tuo potere per creare più abbondanza.

I no che ti stanno dando l’opportunità di capire più profondamente il valore di ciò che hai da offrire, anche quando gli altri sembrano non vederlo.

La storia d’amore deludente che ti ha insegnato quali sono le caratteristiche da evitare in un rapporto.

La prossima volta che ottieni ciò che non vuoi, dì “grazie”.

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Pensa a tutti i modi in cui la vita ti ama permettendo che ciò accada.

In che modo questa esperienza ti sta aiutando a crescere?

Cosa ti sta insegnando questa battuta d’arresto sulla vita e sull’amore?

Quali qualità stai coltivando dovendo affrontare questo problema?

A nessuno di noi piace imparare lezioni su come essere pazienti, coraggiosi, tolleranti, indulgenti o fedeli.

Eppure ogni persona di sostanza in questo mondo ha queste qualità in abbondanza.

Chiunque abbia mai fatto qualcosa di eccezionale per conto dell’umanità potrebbe persino essere descritto con questi aggettivi. Martin Luther King, Jr., Madre Teresa, Mahatma Gandhi sono tutti esempi di persone che non hanno ottenuto ciò che volevano e hanno risposto diventando i giganti che sono diventati.

Sii grato per quello che hai, sì.

Tuttavia, sii anche grato per tutto ciò che non hai o che vorresti non avere e per come questo ti costringe a crescere e a sviluppare parti di te che altrimenti non crescerebbero.

Grazie anche per essere parte della comunità di chi riceve questi messaggi.

Con amore.

Superare i blocchi passando all’azione

Devi lasciare andare dove sei per arrivare dove vuoi andare. E per farlo devi muoverti, agire.

Leggendo la newsletter di Barbara Stanny, che si intitola “L’illusione della sicurezza ti tiene bloccata?”, avevo nitida l’immagine di Alex Honnold, l’alpinista di Free Solo: per scalare una montagna dobbiamo lasciar andare l’appiglio in cui siamo per prendere quello successivo. E la velocità con cui lasciamo l’appiglio è importante, perché non riusciremmo a restare a lungo nella stessa posizione.

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Nella vita è la stessa cosa, per non restare bloccati dalla paura in un appiglio scomodo ma che ci sembra “sicuro” dobbiamo agire, lasciando il “sicuro” per l’ignoto, perché quello che ci sembra sicuro in realtà ci tiene sospesi, proprio come un alpinista in parete. Questi appigli assumono molte forme, sia concrete che immateriali. Possono essere lavori insoddisfacenti, relazioni spiacevoli, obiettivi inappropriati, convinzioni non vere, abitudini malsane, emozioni represse. Lasciarli andare è difficile, perché abbiamo una finta sensazione di sicurezza, ma quando lasciamo andare è il momento in cui troviamo maggiori gratificazioni e grandi momenti di crescita.

Perché “le paure che non affronti diventano i tuoi limiti”, per citare Robin Sharma e l’altra newsletter interessante che avevo ricevuto nello stesso giorno.

Lasciar andare le nostre paure e proseguire, passo dopo passo, è un lavoro infinito. È qualcosa che siamo chiamati a fare ripetutamente, ogni volta che raggiungiamo un traguardo e vogliamo proseguire nell’infinito percorso di crescita che è la nostra vita. A volte dobbiamo lasciare andare proprio ciò per cui abbiamo lavorato così duramente per ottenere in passato, perché siamo cresciuti talmente che quello che in passato era un traguardo adesso è diventato fastidioso come un paio di scarpe troppo strette.

Lasciare quello che ti sembra sicuro per affrontare il vuoto, l’incognita di qualcosa che non conosciamo, è un grande atto di coraggio.

E a volte, dobbiamo lasciar andare qualcosa che è soltanto buono per riuscire a creare qualcosa di straordinario.

Come fai a sapere quando ti sei rimasto troppo a lungo su un appiglio? C’è un indizio inconfutabile: ogni volta che ti senti bloccata, è ora di lasciar andare. E invariabilmente, ciò che devi lasciar andare è proprio la cosa che hai più paura di lasciare. È la paura, non le circostanze, che ci tiene intrappolati.

Il successo può arrivare solo quando ha spazio per entrare.

La domanda che dovrai fare a te stessa non è: “Riuscirò?” ma piuttosto, “Cosa dovrei tentare?”

E tu, sei mai rimasta bloccata in una situazione che sembrava sicura?

Posso gestirlo!

“Le donne devono passare dal pensare, “Non sono pronta per farlo”, al pensare: “Voglio farlo e imparerò facendolo.”” Sheryl Sandberg

Non puoi farlo!! Chi ti credi di essere?

Tutti abbiamo delle critiche interne. Quelli che ci dicono cosa non possiamo assolutamente fare, come siamo sicuri di sbagliare se ci proviamo.

Quelle voci potrebbero non tacere mai. La mia si sicuro raramente tace.

Ma recentemente ho avuto una rivelazione. Solo perché nella mia testa mi sento dire che non ce la faccio, non significa che devo ascoltare quello che mi dice.

Posso ascoltarla per capire di chi è quella voce, se è la mia o se è quella di qualcun altro: è la voce di un genitore, di un’insegnante, dei media, di qualcuno “là fuori”?

Se è la voce di qualcun altro, come succede quasi sempre, posso ringraziarla per la condivisione e poi sostituirla con una dichiarazione più positiva o un’affermazione personale.

E non importa quanto mi senta riluttante, mi costringo a fare quello che devo fare.

Mi è successo di recente. Mi è stato chiesto di partecipare a un progetto che mi ha spaventato a morte. Il mio critico interiore continuava ad avvertirmi, senza pietà, “Non puoi farlo. Fallirai miseramente”.

Non ho discusso. Né l’ho ignorato. Invece, ho sostituito quella voce con una più forte che continuava a rassicurarmi: “Posso gestirlo”.

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All’inizio ci credevo? Ovviamente no.

Ma ho continuato a ripeterlo più e più volte – “Posso gestirlo” – fino a quando il progetto che temevo, è diventato davvero divertente ed è stato un enorme successo.

Come gestisci quella voce negativa nella tua testa?

Inflazione: un motivo di preoccupazione… o un invito all’azione?

Anche i più ricchi si preoccupano dei soldi. La loro più grande paura: l’inflazione.

L’inflazione è, infatti, una creatura vorace che divora i nostri soldi come un bruco su una foglia, lentamente, metodicamente, poco alla volta.

Per anni, tuttavia, l’inflazione è rimasta piuttosto bassa. Ma questo sta cambiando rapidamente. L’inflazione ha raggiunto il suo tasso più alto da oltre 40 anni. E dovrebbe continuare a crescere.

È ora di iniziare a preoccuparsi? NO! La peggiore risposta all’aumento dei costi è farsi prendere dalla paura, che tende ad avere un effetto paralizzante.

Invece, guarda all’aumento dell’inflazione come a un clamoroso invito all’azione… non importa se hai pochi o tanti soldi.

L’unico modo per contrastare le devastazioni dell’aumento dei prezzi è assicurarsi che una parte importante dei stiano lavorando più duramente di quanto farebbero sul conto corrente. Come? Investendo in strumenti finanziari che crescano più velocemente di quanto venga eroso dall’inflazione.

Lavorando nell’ambito della formazione finanziaria da qualche anno, mi sono resa conto che la scelta di strumenti su cui investire per avere rendite più o meno alte e più o meno automatiche è enormemente più ampia di quanto viene detto normalmente in banca, in posta o da un assicuratore.

Raramente negli articoli del mio blog parlo dell’azienda con cui collaboro da un paio d’anni, ma stavolta è proprio il momento giusto per invitarti a scoprire quanti strumenti diversi puoi utilizzare facendo crescere i tuoi soldi più in fretta dell’inflazione invitandoti al Wake Up Call che si terrà il 21-22-23 ottobre.

Quale impatto immediato sta avendo l’inflazione sulla tua situazione finanziaria e quali misure stai adottando per combatterla?

Conto cointestato o conti separati?

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Se sei sposata, o stai per sposarti, ho una domanda per te. Hai soldi intestati a te?

Anche se siete beatamente innamorati l’uno dell’altro, anche se lui è ricchissimo o un genio della finanza, è fondamentale avere la propria identità economica: un conto in banca e un bancomat.

Avere soldi a tuo nome, oltre che prevenire problemi in caso succeda qualcosa al tuo Principe Azzurro, è fondamentale per la tua autostima e il tuo senso di autonomia.

Mettere soldi a tuo nome significa crescere, diventare adulta, rivendicare la tua sovranità sulla tua stessa vita.

Eppure, in Italia, nel 2017, 3 donne su 10 non sono titolari di conto corrente, quattro su dieci dipendono completamente dal marito o dal compagno, con percentuali che arrivano al 50% al sud. Sono percentuali impressionati.

Il conto cointestato può essere comodo per la gestione delle spese della casa e della famiglia, ma avere un proprio conto corrente, in modo da decidere in prima persona cosa farne, senza delegarne completamente la gestione all’uomo, è fondamentale anche per l’equilibrio della coppia. Perché dopo il dialogo sui temi che hanno un impatto sulle finanze della famiglia avverrà su un piano di parità, con un uguale peso decisionale sulle scelte comuni.

Ma il conto nostro dovremmo averlo già prima, nel momento in cui iniziamo a lavorare, per acquisire con il tempo una maggiore familiarità sia con gli strumenti bancari, sia con gli strumenti d’investimento oltre ad abituarci alla pianificazione finanziaria.

E smettiamola di dire che avere un conto corrente è costoso: i conti on line costano molto poco.

E la mancanza di autonomia costa molto di più.

E tu, quanto sei autonoma finanziariamente all’interno della coppia?

Attenta alle scuse

In una delle tante newsletter che ricevo ho trovato un esercizio interessante:
Nota quanto spesso stabilisci un obiettivo o esprimi un desiderio e inizi immediatamente a trovare i motivi per cui non può accadere.

Succede spesso e leggendo l’articolo mi sono accorta che, specie nei periodi come questo in cui riemergo dopo essere stata travolta dai problemi delle persone a cui voglio bene, quando esprimo un desidero come “voglio fare quella cosa” poi arrivano i “ma…”

Non posso lasciare i miei genitori da soli troppo a lungo

Non ho tempo

Ho paura

Sono troppo vecchia

Devo andare troppo lontano per imparare o per farlo…

Non mi sento in grado di gestirlo

Magari nel tuo caso sarà “sono troppo giovane” oppure “ho figli piccoli” oppure non mi sono laureata” oppure “come prenderebbero questa cosa in famiglia?”

Attenzione alle scuse!

Le scuse sono per i guadagni ciò che i dolci sono per le persone a dieta: severamente vietate o saranno la tua rovina. Se non rispetti questa regola, verrai buttato fuori dal gioco più velocemente di quanto non accadrà mai con qualsiasi crisi economica.

Le scuse sono scappatoie. Sono cortine fumogene.

Hanno un solo scopo: tenere a bada la paura.

Dire “non posso” è solo un altro modo per dire “ho paura”.

Quali scuse ti stanno trattenendo dal successo che desideri?

Quando la m… colpisce il ventilatore

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Mi capita di leggere su testi in inglese l’espressione che ho tradotto nel titolo, e non so se esiste un’espressione con lo stesso effetto in italiano. Ma sicuramente esistono anche per chi vive e pensa in italiano i momenti in cui la pressione per gestire le cose che stanno succedendo al momento travolge ogni cosa.
Ed è quello che è capitato a me nei mesi scorsi, quando i problemi di salute dei miei, e la parte di gestione burocratica della cosa, hanno preso il sopravvento, per cui ho trascurato questo blog e per questo mi scuso con voi che mi seguite: la testa era proprio da un’altra parte.
Però, proprio avere sotto controllo la situazione finanziaria, sia la mia che quella dei miei genitori, e sapere dove sono i documenti, che sono abbastanza in ordine, mi ha permesso di fare un po’ meno fatica, almeno confrontandomi con persone che si trovano a gestire la stessa situazione ma hanno genitori che tengono i documenti infilati tutti insieme nelle sportine della spesa.
Se abbiamo tutto abbastanza in ordine anche riprendere, quando la situazione migliora, è molto più veloce ed efficace. Finché scrivo mi sembra di ripetere delle ovvietà ma, confrontandomi con le persone che incontro quando accompagno i miei genitori alle diverse visite, capisco che invece non è così frequente.

Per cui il consiglio che mi porto a casa da questo periodo, e che mi sento di condividere, è quello di cercare di tenere i documenti più in ordine possibile.
Un abbraccio

L’importanza di una rete di supporto

Stamattina ho ricevuto una newsletter che parlava dell’importanza delle relazioni che supportano la tua crescita professionale ed economica. Mi ha colpita perché sto organizzando un’uscita a pranzo con due amici che sono una parte fondamentale della mia rete.
Nessuno si impegnerà al tuo posto per permetterti di raggiungere il livello di successo che desideri e meriti, ma non è un viaggio che devi percorrere da sola, anzi.
Il sostegno è particolarmente critico per noi donne. Siamo orientate alla relazione. La connessione è estremamente importante per noi. Prosperiamo grazie alla sinergia del sostegno e della collaborazione reciproci. Ci piace condividere la nostra esperienza con gli altri. Facciamo del nostro meglio quando le persone intorno a noi ci incoraggiano e ci ritengono responsabili.
Nella tua ricerca di una rete di supporto efficace incontrerai fondamentalmente due grandi gruppi di persone: quelli che cercano di trattenerti, di tenerti a freno e chi vuole davvero che tu abbia successo.
Quelli che cercano di trattenerti possono essere i tuoi migliori amici o parenti stretti ma, a causa delle loro paure e insicurezze, si sentono minacciati dal tuo successo, troppo spaventati per cambiare sé stessi. Spesso hanno paura che se tu cresci perderanno la tua amicizia perché ti allontanerai da loro, non capendo che invece tenderai ad allontanarti per gli ostacoli che mettono la tua crescita. Cerca di ridurre il tempo che passi con questo tipo di persone, soprattutto all’inizio di un percorso di cambiamento, quando è più facile farsi risucchiare dai vecchi schemi.
Chi vuole davvero che tu abbia successo potrebbe essere sulla tua stessa strada oppure potrebbe non esserlo. Ma sono le persone desiderose di supportarti, felici per i tuoi progressi e con cui, istintivamente, non vedi l’ora di festeggiare quando ti succede qualcosa di bello. All’inizio può non essere facile trovare qualcuno con cui confrontarti sulle sfide che stai affrontando. Cerca di costruire relazioni con le persone con cui frequenti corsi, con quelle con cui trovi affinità, frequenta posti in cui puoi trovare persone che abbiano il tuo stesso bisogno di crescere.
Forma un gruppo, invitali fuori per un caffè oppure on line per una zoom. Serve impegno per creare una rete, perché invitare le persone non è facile, sia perché ci scontriamo con la nostra timidezza, sia perché a volte per incontrarsi bisogna farsi largo nella montagna di impegni che ha ognuno di noi.
È ancora più bello quando hai un gruppo di responsabilità: in questo momento sto frequentando un corso online, in inglese, supportata da una borsa di studio. Per ottenere la borsa di studio era indispensabile avere un gruppo di responsabilità, composto da minimo tre persone e massimo sei, che si impegnava ad incontrarsi online, una volta la settimana, per un’ora. I miei compagni di responsabilità li ho conosciuti tramite la stessa amica che mi ha consigliato il corso e dopo quattro settimane di corso, oltre a essermi affezionata a loro, sono più regolare nel seguire le lezioni del corso perché so che mi confronterò con loro sui vari argomenti e discuteremo insieme sulle varie sfide affrontate nel corso della settimana.
Un altro grande supporto sono i mentori, le persone molto più esperte di te su argomento che vuoi conoscere: se puoi invitali per un caffè e riempili di domande. Alcuni li ho assunti come coach, quando l’argomento per me era importante, e avevo bisogno di chiarezza da qualcuno molto esperto, e le coaching si sono rivelate enormemente efficaci per riorganizzare la mia vita e togliere alcuni impegni che mi drenavano tempo, energie e soldi. Se non avete idea di chi può essere un vostro mentore partite dai libri: con qualche decina di euro potete capire se volete approfondire quello che qualcuno può trasmettervi. Seguite i personaggi che pensate possano essere un esempio per la vostra crescita professionale anche sui social, soprattutto su Linkedin.
La tua rete di supporto si evolverà insieme alla tua crescita: se guardo alle persone incontrate da quando ho deciso di investire di più su me stessa, sfidandomi ad imparare cose nuovo che poi hanno portato ad un nuovo percorso professionale, ci sono persone che sono passate per momenti brevi, altre che mi sono state accanto per periodi più lunghi, alcune che sono arrivate, poi ci siamo persi e poi di nuovo ritrovati. Non bloccarti sull’immagine della tua rete di supporto ideale, cambierà e si evolverà con te.
Perciò, alla fine di questo articolo, arrivo a chiederti di condividere la tua esperienza: come funziona la tua rete di supporto? Ce l’hai? E hai dei mentori?