Sbarazzarsi della sindrome dell’impostore, o no?

Stamattina ho ricevuto una delle mie newsletter preferite e parlava di “sbarazzarsi della sindrome dell’impostore”.
Sapete che cos’è la sindrome dell’impostore? È la sensazione di non aver guadagnato i nostri risultati o che le nostre idee e abilità non siano degne dell’attenzione degli altri. Chiamarla sindrome significa minimizzare quanto sia universale. Non è una malattia o un’anomalia, e non è necessariamente legata alla depressione, all’ansia o all’autostima. Può essere più forte in gruppi sottorappresentati o svantaggiati, per cui per noi donne è una compagnia più frequente.
Per me si tratta di una compagna di viaggio, perché avere quattro anni di crescita accelerata dopo una decina d’anni praticamente ferma, vuol dire anche convivere con la difficoltà di capire quanta strada ho percorso e sentirmi spesso un po’ “fuori posto”.
La newsletter mi ha dato l’impulso per una rapida ricerca on line e mi è piaciuto molto il Ted Talk di Mike Cannon-Brookes, co-founder di Atlassian, una software company australiana che ha ottenuto numerosi riconoscimenti: come usare la sindrome dell’impostore a tuo vantaggio.

Ho iniziato la mia ricerca on line perché l’idea di “combattere” la sindrome dell’impostore, come diceva la newsletter che avevo ricevuto e come dicevano parecchi articoli trovati on line, non mi convinceva. Sono convinta che sia una di quelle cose, come la paura, con cui bisogna fare amicizia per non permetterle di fermarci.
Per questo ho trovato particolarmente interessanti le idee esposte da Mike Cannon-Brookes, che spiega come trasformarla in una forza positiva, in qualcosa che ci spinge a migliorarci.
Il relatore del Ted ci ricorda che:
• tutte le persone che raggiungono grandi risultati ogni tanto si sentono così
• non sparisce con nessuna forma di successo.
Ci spiega che va bene non sentirsi all’altezza, l’importante è non bloccarsi e sfruttare quella situazione trasformandola in qualcosa di buono. Si tratta di esserne consapevoli e di non mettere in dubbio noi stessi, ma le nostre idee e le nostre competenze e non avere paura di chiedere consigli. Chiedere consigli a chi è più esperto di noi su un argomento è utile e positivo, ci aiuta a chiarire i nostri dubbi.
L’importante è cercare di non bloccarsi e imparare il più possibile, cercando di fare in modo di trasformare in qualcosa di buono la nostra paura di sembrare degli idioti.
Mi ha fatto accettare anche il fatto che a volte la sindrome dell’impostore appare nelle mie relazioni personali, quando mi trovo a parlare con persone che considero fuori dalla mia portata. Se non ci blocchiamo e proviamo gratitudine per le persone sfidanti con cui interagiamo, ci impegniamo ancora di più per diventare la “versione migliore di noi stessi”.
Ce lo ricorda facendoci sorridere, o almeno a me ha fatto molto l’immagine di lui che prendeva appunti, durante il consiglio di amministrazione della SUA azienda, sugli acronimi sconosciuti per cercarli su Wikipedia una volta arrivato a casa.
Per cui, se anche voi ogni tanto vi confrontate con la sindrome dell’impostore, vi consiglio di guardare il video e poi raccontarmi, sulla mia pagina Facebook, cosa ne pensate.

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